L’uomo che amava le isole (2006)



Nasce nel 2005, dalla dilatazione di un precedente lavoro di Riccardi in inglese per tre recitanti e pianoforte, The Man Who Loved Islands. Nel nuovo lavoro la narrazione è affidata ad un solo attore e viene aggiunto un commento del soprano, carico di emotività.


SINOSSI

L’uomo che amava le isole narra la storia di un uomo che, stanco della civiltà, decide di trasferirsi su un’isola per farne un piccolo mondo perfetto a propria immagine e somiglianza. L’uomo sembra felice, almeno di giorno, ma le sue notti sono popolate di fantasmi premonitori di sventura. I suoi dipendenti, dietro la facciata del rispetto covano ostilità e tramano frodi. In breve tempo egli si rende conto che quasi tutti lo derubano. Va in bancarotta ed è costretto a trasferirsi. Ma, invece di tornare sul continente, se ne va su un’isola ancora più piccola in compagnia di poche persone fidate. Niente di particolare sembra succedere, al punto che egli si chiede se l’assenza di ogni desiderio sia la vera felicità. Un giorno, però, anche questa quiete viene scossa. Una donna che lo aveva seguito sulla seconda isola riesce ad ottenere la sua attenzione. Lui si lascia coinvolgere in una storia passiva, priva di entusiasmo, niente che assomigli all’ideale incontro di due creature quando c’è “un desiderio vero e delicato fra loro”.  Questo rapporto, subìto e non veramente voluto, contamina anche la seconda isola. Egli vi si sente a disagio e la deve lasciare. Approda, quindi, a una terza isola. Pochi acri di terra con una casupola, sua unica compagnia una mezza dozzina di pecore. Finalmente è solo. Non tollera più il contatto con essere vivente. Alla fine dell’inverno si scatena una bufera di neve che dura per giorni. L’uomo lotta disperatamente contro la furia degli elementi…



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