Il ritorno di Casanova (2006 – 2009)



Vede la luce dopo una lunghissima gestazione. Riccardi incomincia a lavorare già dal ’98/99 al libretto per una grande opera sulla figura di Giacomo Casanova, affascinato da due scritti di Arthur Schnitzler: il testo teatrale Die  Schwestern oder Casanova in Spa, che ritrae un Casanova nel fiore degli anni, e il racconto Casanovas Heimfahrt, che ha come protagonista un Casanova già in declino. Al termine di numerose vicissitudini creative, Riccardi concretizza il progetto nel 2006, scegliendo come unica risorsa per il proprio libretto  il secondo testo.


SINOSSI

L’azione si svolge nell’ultimo quarto del secolo XVIII in una villa nei dintorni di Mantova.

Casanova, a cinquantatré anni, è di ritorno a Venezia dopo un lungo esilio. Si ferma in una villa alle porte di Mantova, dove vive Olivo con la moglie Amalia e con le figlie. Nella villa l’avventuriero conosce Marcolina, la giovane e bella nipote di Olivo, che lo stupisce per la sua profonda cultura. A questo punto si unisce al gruppo la figura di un ecclesiastico: l’abate Rossi. Amalia, in realtà, è un’antica amante di Casanova; nel rivederlo dopo sedici anni, Amalia dichiara all’avventuriero veneziano il proprio immutato amore. Casanova si beffa di lei e deride se stesso, diventato ormai un vecchio. Olivo manifesta tutta la sua gratitudine a Casanova, che tanti anni prima gli ha fatto un prestito rivelatosi risolutivo per il suo futuro. Intanto arriva il Marchese, che sin da giovane avrebbe voluto misurarsi con Casanova, ma non l’aveva mai incontrato. Di lì a poco si presentano anche la moglie del Marchese e il sottotenente Lorenzi, i fitti dialoghi dei quali non lasciano dubbi sui loro rapporti. Dopo cena gli uomini si dedicano al gioco. Casanova sulle prime sembra vincere, poi perde tutto, a vantaggio del Marchese. Quindi si ritira in camera, dove si perde in appassionate meditazioni sulla propria esistenza, finché non viene vinto dal sonno.

Casanova si risveglia all’alba e viene attratto da un rumore lungo il muro. Affacciatosi, vede uscire dalla finestra di Marcolina una sagoma maschile. È Lorenzi. Più tardi viene a trovarlo Olivo, che salda il suo antico debito. Durante il pranzo Casanova riceve una lettera: il Consiglio dei Dieci accetta il suo rientro a Venezia a patto che faccia la spia per il Senato. Ancora una volta gli uomini si dispongono al tavolo da gioco. Quando terminano, Lorenzi deve al Marchese duemila ducati, la somma che il Marchese deve a Casanova. Il sottotenente promette al Marchese di consegnargli l’ingente cifra l’indomani, lasciandogli in pegno due anelli, che il Marchese riconosce come suoi doni alla moglie. Casanova fa una proposta a Lorenzi: i duemila ducati in cambio di una notte con Marcolina. Lei non sospetterà nulla, perché l’incontro avverrà al buio e Casanova si dileguerà prima dell’alba. Il sottotenente esita a lungo, poi accetta. Durante la cena, Casanova invita Olivo ed Amalia a visitarlo a Venezia, per dove partirà, dice, la sera stessa. Dopo di che Olivo chiede a Casanova di raccontare, prima di andarsene, ancora qualcuna delle sue avventure. 

Come previsto, Casanova s’introduce nella stanza di Marcolina. Non riesce però a svegliarsi prima dell’alba e Marcolina s’accorge dell’inganno. Casanova fugge via con imbarazzo. A sbarrargli la strada trova Lorenzi, tardivamente pentito, e deciso ad affrontarlo in duello. Dissuaderlo è inutile. Sguainate le spade, il giovane ha la peggio: viene trafitto al cuore. A Casanova non resta che chiudergli gli occhi e andare incontro agli ultimi tristi anni della sua vita.



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