F.S.S.P.A. (2010)



Riccardi inizia a scrivere il libretto di F.S.S.P.A. alla fine del 2009, subito dopo l’opera Talk Show, pensando di porre la seconda pietra per un trittico della banalità. F.S.S.P.A, è un’opera in un atto ambientata in una stazione ferroviaria con l’organico vocale – i cinque solisti e il coro – di Cavalleria Rusticana. Anche l’allestimento scenico è ricalcato sull’opera di Mascagni, da una parte la biglietteria, al posto della chiesa, dall’altra il caffè-bar della stazione al posto dell’osteria. E’ un’opera buffa che si pone come un’istantanea di situazioni frequentemente vissute da tanti viaggiatori nelle stazioni italiane. Il compositore ha anche approntato una versione con voci più acute delle originali.


SINOSSI

Alla biglietteria della stazione una folla di persone è in fila. I viaggiatori si lamentano per l’attesa interminabile. Protestano, perché nonostante la calca la maggior parte degli sportelli rimane chiusa.

Arriva trafelata una giovane viaggiatrice vestita in modo ricercato e un po’ vistoso. Chiede a un signore della fila di farle il biglietto perché le sta partendo il treno. Una signora in coda protesta: a tutti parte il treno e la signorina dovrebbe chiedere il permesso ad ogni persona della fila e non limitarsi a fare qualche moina al signore. Un altro viaggiatore fa notare alla signora quanto gli uomini diventino stupidi di fronte ad una giovane donna. Un annuncio all’altoparlante seda il litigio. L’eurostar che i tre personaggi aspettavano viaggia con un formidabile ritardo a causa del maltempo. La folla insorge e inveisce contro le ferrovie.

Tempo dopo, i due viaggiatori che facevano commenti sulla giovane profittatrice s’incontrano al caffè/ristorante della stazione. Lui è seduto al tavolino e convince lei, visto il lungo tempo d’attesa previsto, a sedersi con lui. Incominciano a parlare  e lo scambio di pareri sulle ferrovie li trova in perfetta armonia. Rotto il ghiaccio, il dialogo passa su un terreno privato. Lei non ha figli, sta divorziando e va a Venezia a trovare un’amica.

Al tavolo dei due arriva la cameriera che comincia a descrivere la varietà dell’offerta del caffè/bar, fornito delle vivande più famose di ogni regione e nazionalità. E’ il tripudio della globalizzazione. Nel mentre arrivano alcuni poliziotti, chiamati per una valigia lasciata incustodita al bar. Temendo che possa contenere una bomba, i clienti impauriti si disperdono, ma il viaggiatore e la viaggiatrice, impassibili, restano seduti al loro tavolo. Proprio quando il poliziotto decide di aprire la valigia, entra in scena la giovane viaggiatrice-profittatrice. La valigia era sua. Per andare alla toilette, l’aveva lasciata a un signore, chiedendogli improvvidamente di darle uno sguardo.

All’annuncio dell’arrivo dell’eurostar il viaggiatore e la viaggiatrice lasciano il bar e vanno verso il binario. Confessandosi la loro felicità per essersi conosciuti grazie al ritardo, passano dal lei al tu.



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