Il direttore (2012-2017)



Pur avendo letto Der Kammersänger di Frank Wedekind negli anni Novanta, solo nel 2012 Riccardi decide di farne un libretto d’opera. All’inizio pensa di trasportare nel presente tutte e tre le scene che costituiscono la pièce originale di Wedekind, che vede un cantante famoso alle prese con una giovane ammiratrice, con un vecchio compositore e con l’amante appena abbandonata. Solo nel 2016 nasce la versione attuale del libretto de Il direttore, che utilizza solo uno dei personaggi che ruotano attorno al cantante –nella versione di Riccardi, divenuto un direttore d’orchestra– ossia il vecchio compositore. Gli altri personaggi sono di completa invenzione.

SINOSSI

Anni settanta, direzione di un teatro. Il direttore artistico, Oskar Girardi, è un giovane direttore d’orchestra. Alle prese con gli ultimi preparativi prima della partenza per Chicago, dove dirigerà la sera successiva, dice alla segretaria che non vuole essere disturbato da nessuno. Ciò nonostante, s’intrufola nell’ufficio un vecchio compositore, il maestro Nari, a cui Girardi da tempo aveva promesso un appuntamento. Nari gli propone di mettere in scena una propria opera, il Casanova. Alla risposta di Girardi “me la lasci le darò una risposta fra otto giorni”, il maestro Nari è colto da un moto di ribellione e racconta, in tono patetico, le vicende che l’hanno visto negli ultimi cinquant’anni di fronte a continui rifiuti. Girardi, impietosito e rassegnato, accetta di ascoltare Nari suonargli al pianoforte stralci del suo  Casanova, ma l’ascolto non influisce sulle considerazioni del direttore. Lo scontro fra due entità opposte, il giovane abile e arrampicatore baciato dalla fortuna e il vecchio maestro, che non è mai sceso a compromessi, si sviluppa in un altalenante mutamento di toni.  Nei confronti di Nari, ancora in attesa che le sue opere vengano messe in scena, la sentenza di Girardi è in un primo tempo cinica e realista: “Un uomo di buon senso fa quello in cui ha fortuna, se poi non ha fortuna imbocca un’altra strada.” Poco dopo, per togliersi Nari dai piedi, lo abbindola con la promessa di includere il Casanova nel cartellone della stagione successiva, pur riconoscendo di non poter nulla per l’anno presente. Nari, stanco delle continue ipocrisie e falsità di fronte alle quali si è trovato nella sua vita, non può più fingere di credere alle finte promesse e si abbandona a uno sfogo deciso: ”Lei sa come me che prossimo anno significa mai”, batte il pugno sul tavolo e se ne va inveendo contro Girardi e quelli della sua cricca.
Uscito Nari, il direttore cerca di dedicarsi alle sue incombenze, ma proprio allora irrompe nell’ufficio la sovrintendente, Giovanna Gori, sua antica mentore e amante, che Girardi ha appena lasciato per un’altra.  Se pur in preda alla gelosia, cerca di convincerlo con toni affettuosi e concilianti a ritornare sui suoi passi. Di fronte all’ipocrita proposta di lui di rimanere buoni amici, gli rinfaccia con dolore e rabbia di aver costruito la sua fama anche senza che lui avesse il talento per meritarla: Oskar Girardi, l’idolo delle folle, è solo un fantoccio!
Nell’epilogo, qualche tempo dopo, l’azione si svolge dietro le quinte del palcoscenico del teatro. La segretaria e l’assistente commentano un sorprendente annuncio della sovrintendente. La Gori, presa la parola fra gli applausi del pubblico, dà notizia che l’opera Casanova sta per incominciare.  La sovrintendenza ha deciso di inserire l’opera nel cartellone quale tributo al defunto Maestro Nari, non sufficientemente riconosciuto in vita. A dirigerla, sarà un giovane direttore, sicura promessa della scena musicale: Carlo Guidi. Oskar Girardi è stato silurato.



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